Blocchi climatici permanenti? Cosa ha detto davvero Nicole Schwab

Circolano alcune condivisioni Facebook (per esempio qui e qui) dove si attribuisce a Nicole Schwab, figlia del noto Klaus Schwab del World Economic Forum (WEF), la previsione di «blocchi climatici permanenti», “facendo tesoro” di quanto accaduto durante la pandemia, che secondo Nicole sarebbe stata una «straordinaria opportunità». Vediamo perché questa narrazione è priva di fondamento.

Per chi ha fretta:

  • Secondo la narrazione la figlia di Schwab parlerebbe di blocchi climatici permanenti secondo il modello della pandemia di Covid-19.
  • Non risultano fonti in cui verrebbe dimostrata tale previsione da parte di Nicole Schwab.
  • Il cambiamento climatico resta comunque un fenomeno reale di cui prevediamo già delle serie conseguenze.

Analisi

Le condivisioni possono essere accompagnate da didascalie come la seguente:

La figlia del fondatore del World Economic Forum, Klaus Schwab, si è vantata dell’arrivo di “blocchi climatici” permanenti, che alla gente piaccia o no.
Secondo Nicole Schwab, la pandemia COVID è stata una “straordinaria opportunità” per testare come il pubblico avrebbe rispettato i piani del WEF per inaugurare la loro agenda Great Reset.
L’organizzazione non eletta continua sostenendo che il pubblico farebbe lo stesso con il pretesto di ridurre le “emissioni di carbonio”.
“Ci sono stati numerosi esempi a livello globale di mantenimento del distanziamento sociale, indossare mascherine, vaccinazioni di massa e accettazione di applicazioni di tracciamento dei contatti per la salute pubblica, che hanno dimostrato il nucleo della responsabilità sociale individuale”, aggiunge il WEF

Lo screen correlato alle condivisioni è invece un articolo di Sean Adl-Tabatabai intitolato «Klaus Schwab’s Daughter: ‘Permanent Climate Lockdowns Coming – Wether You Like It or Not’» (tradotto: La figlia di Klaus Schwab: “In arrivo blocchi climatici permanenti, che vi piaccia o no”). Il tag «Fact checked» appena sotto al titolo serve solo a confondere le acque. L’articolo infatti non è stato pubblicato in un sito di Fact-checking, bensì dal The People’s Voice, un noto sito complottista, come spiegato dai colleghi di PolitiFactReuters e USA Today, che si sono occupati del caso.

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